giovedì 5 febbraio 2009

The Future : IBIOCAT 2.0

Art & Science in Harmony! No more war & ignorance

mercoledì 4 febbraio 2009

Nuovo sito di IBIOCAT 2.0

E’ in costruzione il nuovo sito di IBIOCAT 2.0.
Grazie all’insostituibile e prezioso aiuto di Alberto Olivero, Loris Costa e collaboratori, è in preparazione il nuovo portale di IBIOCAT 2.0. Sarà basato sulla nuova piattaforma NING (Web 2.0 - Social Network). Questa è solo una prima iniziativa finalizzata ad allargare la conoscenza della biocatalisi e a sensibilizzare gli addetti ai lavori e il grande pubblico.
Un caro saluto Massimo

PRESTO GUERRILLA MARKETING SU IBIOCAT 2.0

Dopo i dovuti ringraziamenti a Massimo Pregnolato e a Loris Costa per i saluti nel primo storico Post di IBIOCAT, annuncio presto nuove iniziative per rendere ancora più' visibile, diffondendone gli importanti contenuti, il Blog di IBIOCAT. Buon Lavoro a tutti da Alberto Olivero

www.albertoolivero.it

martedì 3 febbraio 2009

La Voce di IBIOCAT- Alberto Olivero recita “Solstizio d’inverno” di Guido Ceronetti

Ho recentemente appreso che il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 18 dicembre 2008, ha deliberato di concedere l'assegno straordinario vitalizio previsto dalla legge n. 440 del 1985 (Legge "Bacchelli") in favore del poeta, saggista, romanziere, giornalista, traduttore, drammaturgo, teatrante e marionettista Guido Ceronetti. La Legge Bacchelli (così denominata perché l'autore del romanzo Il mulino del Po fu il primo a fruirne) aiuta personalità di chiara fama che si trovino in precarie condizioni economiche. La decisione è stata assunta dal Consiglio dei Ministri su richiesta del diretto interessato, che ottiene così un vitalizio di circa 18 mila euro annui. Nato a Torino il 24 agosto 1927, Guido Ceronetti è una figura poliedrica di sconfinata erudizione, oltre che una voce originale e anticonformista nel dibattito pubblico. Autore di diversi libri, scrive sul quotidiano La Stampa (v. due post precedenti).

Durante le vacanze di Natale, mia mamma mi ha fatto conoscere questa bellissima poesia di Guido Ceronetti, chiedendomi contestualmente di trasmettere ad Alberto Olivero - la "Voce di IBIOCAT", di cui aveva apprezzato altre performance recitative sul nostro sito – la preghiera di prendere in considerazione questi versi per un'eventuale lettura.

Con la sua consueta generosità e disponibilità, Alberto ha esaudito in breve tempo la richiesta, regalando un'interpretazione intensa, ma al tempo stesso misurata e sobria, come è nel suo stile.

Mi sembra doveroso condividere con tutti i visitatori del Blog di IBIOCAT un omaggio così perfettamente riuscito.

Solstizio d'inverno

Io amo e celebro il Solstizio d'Inverno,

Quantunque è notte. La Luce si nasconde,

Ma il suo Lutto è cessato, le albe morte

Di giallo-ocra tenui tra poco

Emaneranno un velo rianimante,

Taliarco.

Il Solstizio d'Inverno è lumivàgo,

Quantunque è notte.

Della cristiana ex festa non ho tracce.

Allegrie smorte, flaccide

Naufragate parole, una orrenda strage

Di animali al Dio Stomaco: è la Tenebra

Che rinnova se stessa nel furore.

Fuggitela!

Scioglietevi dai lacci dove latra

La Famiglia avvinghiata in finti abbracci.

Oh Tannenbaum, che festa impura!

Che stretta di legami d'impostura!

E' il Solstizio d'Inverno, esci dal buio

Di queste luminarie d'abiezione.

Per te crea uno spazio senza umani,

O con taciti compagni di ventura

Sali a una vetta del pensiero pura

Dove inviolabile da apostasìe

La Luce sola è signora del sentiero.

Io amo e celebro il Solstizio d'Inverno,

Quantunque è notte.

Guido Ceronetti

Alberto Olivero recita Guido Ceronetti - Solstizio d'inverno (mp3 - 2 MB)

Questa poesia, che dedico a mia mamma Emma che me l'ha segnalata, è un tributo - reso possibile da Alberto Olivero - a Guido Ceronetti, che con la Sua erudizione e il Suo intelletto ha arricchito la cultura italiana, senza arricchirsi.

Idealmente, il tributo è esteso a tutti i fruitori della "Legge Bacchelli", con riconoscenza.

Chi desidera conoscere Alberto Olivero, Direttore della Divisione Marketing e Commerciale di IBIOCAT, nella sua veste di attore-doppiatore professionista, può visitare il suo sito web personale: http://www.albertoolivero.it.

Laura Cipollina- IBIOCAT, Divisione Marketing e Commerciale

Per conoscere Guido Ceronetti

Poeta, saggista, scrittore, giornalista, artista di strada, marionettista, traduttore di classici latini, testi biblici e poeti moderni, critico del costume e autore per il teatro.
Guido Ceronetti, con la sua vastissima e raffinata cultura, riesce a cogliere "l'emanazioni segrete dell'anima collettiva" del suo pubblico attraverso numerosi generi artistici.


Nasce a Torino nel 1927 sotto il segno della poesia e della filosofia, nello stesso anno in cui Heidegger pubblica Essere e tempo.
Fin dalle sue prime pubblicazioni, indaga il sentire umano e affronta grandi temi dell'uomo: il silenzio, il corpo, l'essere, il tempo e il viaggio. Dietro l'aspetto dimesso, un po' trasandato, si nasconde uno dei personaggi più importanti nel panorama letterario italiano, con una capacità di analisi e critica della società contemporanea eccezionali e uno spirito curioso e provocatorio.
Tra il 1943 e il 1945, Ceronetti partecipa alla Resistenza con stampati clandestini a Torino. Nel 1945 inizia l'attività giornalistica su diversi quotidiani e periodici; dal 1972 è collaboratore de La Stampa e diviene cronista di fatti culturali e sociali di ogni tipo.
Nel 1970 fonda ad Albano, vicino Roma, insieme alla moglie Erica Tedeschi, il Teatro dei Sensibili, in una sala dove allestisce spettacoli di marionette pubblici che viaggiano in Italia e all'estero. Le marionette, definite "ideofore", riescono, secondo Ceronetti, a cogliere il tragico, poiché sono "emblema della libertà negata all'uomo da chi ne tiene i fili".
Il primo spettacolo allestito è la Iena di San Giorgio.
Nel 1976 scrive Diaboliche imprese, trionfi e cadute dell'ultimo Faust, che viene portato in scena a Spoleto, nel 1979.
Del 1978 è I misteri di Londra. Segue Furori e poesia della rivoluzione francese, rappresentato a Roma nel 1983 con la collaborazione di Adriano Dallea.
Del 1988 è invece Mystic Luna Park e del 1991 Viaggia, viaggia Rimbaud. Nell'estate 1996, il Festival di Asti porta in scena lo spettacolo Per un pugno di yogurt. Nel corso dello stesso anno viene proposta, sempre ad Asti, la messinscena di Deliri disarmati, con la regia di Lorenzo Salveti. Nel 2001, porta a Milano Ceronetti Circus, un'antologia delle sue più note pantomime, mentre nel 2002 M'illumino di tragico, una ricerca teatrale del senso del tragico.
Dal 1991, diventa suonatore ambulante di organo di Barberia e porta nelle strade e nei festival letture di poesie e numeri circensi, come Casalinghitudine, Gloria di manichini, La donna segata, L'uscita del cobra, le Canzoni per le vie.
Tra le sue opere più significative Un viaggio in Italia, Il silenzio del corpo e Tutte le poesie; le traduzioni "storiche" delle Poesie di Catullo, degli Epigrammi di Marziale, delle Satire di Giovenale; i volumi della "Filologia biblica", come lui stesso ama definirli, Il libro di Giobbe (1972), Il Cantico dei Cantici (1975), Il libro del profeta Isaia (1981), Il libro dei Salmi (1985) e Qohélet(2001).
Con quel suo corpo esile e quegli occhi azzurri laconici, Ceronetti ama nascondersi dietro una delle sue tante marionette ma, nonostante la timidezza gli consenta solo raramente di apparire in pubblico, il suo impegno civile è molto forte.
In un'intervista del Café Letterario, nel 1999, quando gli viene chiesto quale sia il suo "compito", l'intellettuale torinese risponde: "Di avvertire la gente di certi pericoli. Vedi uno che cammina sull'orlo di un precipizio e, ovviamente, gli dici che può cadere. Sì, forse è questo il mio compito".

 

Articolo di rasger@tiscalinet.it, pubblicato sul sito http://www.piccoloteatro.org/elementi/articolo.php?news=11162&idRub=8

 

 

Laura Cipollina- IBIOCAT, Divisione Marketing e Commerciale

 

IBIOCAT ECHO ECO - “Ambiente. Taccuino di un perplesso" di Guido Ceronetti

"… Guàrdale, le tue mani: ti sembra possa starci il destino della Terra, il presente, il futuro, l'umanità, tutto? La smisurata realtà dell'inquinamento ormai planetario è un'ustione che non rimediano pomate, e non viene da fuori-uomo, ma da dentro, dalla sua mostruosa incomprensibilità. E l'ustione, nuda anche se mummificata di garze, implora questo, di essere capita. È l'analgesico degli analgesici, che qualcuno ci capisca, lì è la felicità di chi soffre. (…)

Gli appelli a salvare la stessa specie-uomo trovano una sordità perfetta e motivata. All'epoca delle paure dell'Anno Mille, il panico non riguardava per nulla la sopravvivenza della specie, investiva l'homo religiosus che sentiva pesare su di sé, come peccatore, il giudizio divino. La folla erano terrori d'individui, ciascuno per sé soltanto. Bergman, nel Settimo sigillo, ha fotografato questo... Il domani-che-fa-paura, anche in questi Duemila, nel comune sentimento del tempo, è bloccato sul presente stretto: se gli dici che scarseggerà l'acqua tra o tra... e che le coste potrebbero essere sommerse e non più edificabili in un imprecisato ma prossimo anno tutti seguiteranno a sprecare l'acqua, a contaminare le falde e a bramare, a costo di ladrocinio, di farsi casa sul mare. La desertificazione può pur essere in atto: non arrivano a immaginarsela. Le memorie sembrano essersi assoggettate a indicibili meccanismi di rimozione... L'espressione «il futuro dei nostri figli» è il tonfo di una pera marcia, i cerebri dei padri hanno per loro una stella fissa su laurea-guadagno-casa, figùrati se arrivano a temere i Re della Peste incombenti, le guerre per l'acqua o le religiose-nucleari, non aprono gli occhi se l'evento non è là e già li abbia travolti. Ai nostri compagni terrigeni come ai miei illuminati concittadini, il futuro della specie importa quanto, della strage epidemica, importava a Samuel Pepys, illustre festaiolo londinese, quando la peste infuriava, nel 1665, in tutte le parrocchie di Londra e la sua carrozza inciampava nei cadaveri, mentre lo portava alle cene. Del resto, festa e pestilenza sono congiunzioni classiche: vedi il sublime apologo di Poe, La maschera della Morte Rossa. La FAO è un grande moderno edificio, labirintico di spazi, molti vuoti, e a Roma il clima da effetto serra era, settembrino, privo di torridità - tuttavia gli oratori lanciavano colombe di Risparmio Energetico, castigando gli eccessi di consumi per condizionatori d'aria - tuffati, come ciascuno dei presenti, tutti ormai avvezzi (qualcuno no) a vivere da maggio in poi dentro spaziosi frigoriferi, in una generale refrigerazione del tutto superflua. Per forza, se volete (ma davvero volete?) che l'energia sia risparmiata, dovete strangolare i consumi, impopolarmente: le partite in ore notturne, gli stadi illuminati come sale operatorie, sono uno spreco bestiale! I pubblici uffici, dove per l'intera giornata le luci sono accese dovunque ininterrottamente, nessuno che le spenga, perché non impartirgli dei limiti? E, lungo vie di notte deserte, che cosa vogliono quelle vetrine petulanti di fari, faretti, luci di ribalta, attrarre qualche gatto, qualche vecchio frac alla Modugno? E i monumenti? Ogni misera torricella che si affacci su un'autostrada vuole essere vista dalle auto, investita da lampadamenti da esterni televisivi! E i milioni di insegne da Las Vegas? Perché tutto deve abbagliare, accecare, impedire che atomi di buio s'intrufolino clandestini tra le palpebre maltrattate? In fondo a tutto questo sprecare c'è più superstizione che necessità, ed è in crescendo, impianti impianti impianti... Le luci di Natale, vere nefandezze, perché non le fate sparire, con tutte le loro idiozie di comete? (…)

 

Allora: alleggerendo, per via evidentemente sciamanica, il carico atmosferico e biosferico di CO2, si immetterebbero con giubilo ancor più motori in circolazione per produrne? Un'economia che non sa e non può far altro - senza mai contrarsi - che distruggere vita, se si accorda con quanto la limiterebbe necessariamente, correrebbe meglio al suo scopo finale, che si nasconde?

(…)

 

Tratto da: "Ambiente.Taccuino di un perplesso" di Guido Ceronetti, LA STAMPA, 20 Settembre 2007, prima pagina

Leggi l'articolo completo: http://stampa.ismea.it/PDF/2007/2007-09-20/200709207760960.pdf

Laura Cipollina- IBIOCAT, Divisione Marketing e Commerciale